Anche a Roma dilaga la moda dei Sushi bar. La prudenza nella scelta non è mai troppa, onde evitare spiacevoli incontri ravvicinati con il parassita Anisakis che elegge a propria dimora la carne del pesce crudo poco fresco. E proprio una partita di pesce fresco costò la vita al maestro di cerimonia francese del XVII secolo François Vatel che si suicidò per il ritardo nella consegna del pescato destinato al banchetto offerto nel Castello di Chantilly dal Principe di Condé al Re Sole per riconquistarne i favori. Come si legge nel diario della marchesa di Sévigné, sentendosi disonorato per aver fallito il suo compito, Vatel “appoggiava la spada alla porta e si trapassava il petto cadendo a terra privo di vita”, proprio mentre cominciavano ad arrivare cesti di pesce in abbondanza. Ciò non gli impedì di passare comunque alla storia come inventore della crema Chantilly, la nivea prelibatezza a base di panna montata e zucchero, impiegata in pasticceria per farcire i dolci.
Nel film Vatel girato da Roland Joffé nel 2000, l’ansioso maestro è impersonato da Gerard Depardieu (gourmet anche nella vita e proprietario di vigneti in Francia e in Sicilia, sull’isola di Pantelleria) che prima di morire offre una lezione di sensibilità artistica componendo una natura morta con gli esigui pesci a disposizione. L’illuminismo è alle porte, ma la gotta si cura ancora col cuore palpitante dei volatili e un’eterea e non ancora sanguinaria Uma Thurman incespica nei drappeggi secenteschi e nei veleni di corte. Nel film il re Luigi XIV pare interessato unicamente ai “piaceri della carne” e invece a Versailles proprio intorno al 1670 importanti opere di bonifica e sistemazioni di terreni portavano alla nascita di un moderno modello agricolo. Jean Baptiste de la Quintinie veniva nominato "Directeur des jardins fruitiers et potagers des maisons royales" e introduceva ogni specie vegetale commestibile nelle serre, dove il Re Sole trascorreva molto del suo tempo, senza disdegnare i lavori manuali.
Il Potager du Roi veniva spesso in Italia per approfondire gli studi scientifici sui vegetali per i quali il nostro paese era all’avanguardia. Roma aveva già dal 1278 un ben organizzato Hortus Simplicium e deteneva un primato nella storia della Botanica, grazie all’istituzione nel 1513 presso l'Università della prima cattedra di Botanica (Lectura simplicium Ad declarationem simplicium medicinae). Nel 1660 nasceva l’Orto Botanico Universitario mentre l’attuale Orto Botanico di Roma fu istituito nel 1883 grazie a una donazione di 12 ettari di terreno da parte del principe Tommaso Corsini. Qui i visitatori possono osservare, dalla collina del Gianicolo alle sponde del Tevere, numerose specie vegetali collocate nelle loro aree di origine.
La giornalista e scrittrice Elena Stancanelli lamenta l’assenza delle scritte in latino vicino alle radici delle piante “che poi ci sarebbero, ma sono tutte sbrodolate dalla pioggia o divelte o messe in qualche punto talmente eccentrico che è impossibile associare significato e significante”. Attendiamo anche l’arrivo dell’oasi bar e del negozio di souvenir con servizi da tè dai botanici decori, libri di giardinaggio e semini da piantare per emulare il Re Sole.
Orto Botanico di Roma
Ingresso
Largo Cristina di Svezia 24
Orari: da martedì a sabato dalle ore 9.30 alle ore 18.30 (17.30 in inverno)
Giorni di chiusura: lunedì e domenica Linee Autobus:115, 870, 280, 23, 271, 116
Nella foto: Re Sole |