ristorante cinese

La cucina è da sempre il modo più diretto di entrare in contatto con culture diverse, perché mangiare gli alimenti altrui è più facile che decifrarne la lingua. Per questo il cibo, depositario di tradizioni e identità culturali, si presta a mediare fra culture opposte e costituisce un veicolo di scambio. Un ruolo tanto più importante in un quartiere come l’Esquilino, dove convergono le etnie più disparate. Nel mare magnum delle Lanterne rosse, Hang Zhou ha saputo distinguersi e farsi amare dai romani che, essendoci già stati o avendone sentito parlare, fanno la fila fuori dalla porta finché non si libera un tavolo, senza lasciarsi sfiorare dall’idea di andare a cercare un altro posto.


L'insegna

Merito della bellissima via che accoglie la fila, quella S. Martino ai Monti (protettore delle caprette come dei cornuti) dove visse il Domenichino, breve ma industriosa (ospita un restauratore, un artigiano argentiere, una pizzeria, una trattoria, un hotel, un bar bistrot, un bar e basta, una birreria, un kebab). Merito di Sonia, vezzosa direttrice immortalata nelle foto che letteralmente tappezzano le pareti con i suoi cappellini intonati alle sgargianti divise in compagnia dell’ospite famoso di turno, merito delle ragazze che servono ai tavoli, gentili anche se in affanno, e merito naturalmente della cucina che mostra una discreta continuità.

Hang Zhou

Indirizzo:
Via San Martino ai Monti 33c
00184 Roma
Quartiere Esquilino
Tel. +39 06.48.72.732
Aperto: mezzogiorno e sera
Giorni di chiusura: mai
Tipo di cucina: cinese
Chef: Jinqi Liu
Maitre: Sonia
Carte di credito accettate:
BM, CS, MC, VISA
Tavoli all’aperto: si
Ferie: agosto
Prezzo medio (bevande escluse): 25

 

I giudizi delle Guide:
Gambero rosso 2008:
Buon rapporto qualità prezzo

 

Menu gustato

Involtini primavera
Ravioli di gamberi
Ravioli trasparenti di verdure
Spaghetti di soia con frutti di mare
Pollo fritto
Calamari 
Riso selvaggio
Riso ai cinque aromi
Biscotti della fortuna

 

Sala d'ingresso
 

Ogni giorno della settimana è caratterizzato da una specialità che però non sempre è realmente disponibile, ma il menu è abbastanza ricco da offrire alternative. Sotto gli occhi del Presidente Mao, muto spettatore dall’alto dei poster appesi ai muri, sfilano i classici. Ravioli trasparenti ai gamberi e involtini primavera, morbidi spaghetti di soia e ravioli di verdura. Il pollo è fritto come si deve e il maiale “mu-xi” è alla pechinese, come l’anatra laccata (da prenotare). Ci sono diversi tipi di riso, compreso quello selvaggio, e molti secondi piatti sono abbelliti con animaletti intagliati nelle verdure che non mancano mai di suscitare divertita ammirazione (e che nessuno si sogna di sciupare affettandoli). Un pesciolino che si regge sulle branchie per i piatti di pesce, una ranocchia per le cosce di rana, un pennuto per il pollo e così via. La curatrice del blog cavolettodibruxelles nel piatto di manzo ha trovato una scimmietta, speriamo solo perchè più facile da modellare rispetto al quadrupede bovino…
Dopo aver scartato e frantumato i biscotti della fortuna si esce a passeggiare fino a piazza Vittorio, magari per dare una sbirciatina alla Porta magica, affiancata dalle due effigi del dio egizio Bes e incisa con i segni cabalistici e astrologici del marchese Palombara che cercava la formula per fabbricare l’oro. Peccato che la sera i portici umbertini, di giorno animati (si fa per dire) dai tanti negozi cinesi, la sera siano deserti e che passeggiare nella piazza non sia disgiunto da probabili inciampi in cocci di bottiglia, magari ancora abbracciati al proprietario.

Provato l’ultima volta a pranzo il 5 ottobre 2007

Ravioli al vapore Xiao Mai di gamberi

 
Raviolo Xiao Mai di gamberi
 
Spaghetti di soia soffici con verdure e gamberi
 
Riso nero con verdure
 
Cosce di rana alla piastra con verdure
 
Pappagallo e elefantino
 
Biscottino della fortuna
 
 
 
 
 

         
         
   
 
 
 
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