Monti non è sempre stato un quartiere alla moda come oggi. Era invece un vero e proprio lupanare. Anche noto come Suburra, era il quartiere a luci rosse della città, quello ad alta concentrazione di case chiuse e convegni carnali clandestini nei vespasiani. Poi le case di piacere furono giustamente abolite con la Legge Merlin e anche i vespasiani vennero smantellati (l’ultimo, negli anni Ottanta, in piazza degli Zingari). Fiore all’occhiello del quartiere è poi stato un laboratorio di altra natura, quello dove il fisico Enrico Fermi e gli altri “ragazzi di via Panisperna” Amaldi, Segré, Rasetti, Majorana, Potecorvo, condussero le ricerche intorno alla scissione dell'atomo, che avrebbero poi portato alla fabbricazione della prima bomba atomica. Non manca infine la predisposizione gourmet: taluni fanno infatti derivare il nome della via Panisperna dal latino panis et perna, cioè pane e prosciutto, un tempo distribuiti dai frati della chiesa di S. Lorenzo in Panisperna.
Le renard et les raisins , Willy Aractingi
Lasciata alle spalle l’eco dei motori dell’Enola gay e riabbracciata la radice golosa, oggi il quartiere è in gastronomico fermento, con fioritura di locali per tutti i gusti. Sfizi indiani (Maharajah), giapponesi (Hasekura) e cucina fusion di mare targata Australia (F.I.S.H.) convivono col take away, l’enoteca e il bar tavola calda dove al mattino si sente la raccomandazione: “scongela tante lasagne, ché ieri so’ annate arruba”.
In questo mare magnum, Al vino al vino è un buon approdo enoico per aperitivi e dopo cinema (o dopo teatro, vista la vicinanza di Eliseo e Piccolo Eliseo in via Nazionale, di fronte alla Banca d’Italia), sempre affollato di variegati frequentatori, giovani e non, italiani e turisti, con una planimetria interna serpentina come la via che lo ospita. La sala d’ingresso con vista sul passeggio è tappezzata di scaffali di bottiglie e delimitata dal bancone con sgabelli sui quali appollaiarsi per un bicchiere di vino (modello unico per bianchi rossi novelli e invecchiati) da scegliere sulla lavagna. Proseguendo, l’assetato può inoltrarsi nel dedalo di candide salette arredate con tavolini ricoperti di piastrelle variopinte. La vera attrazione è la carta dei vini, ampia e ben ordinata, mentre gli stuzzichini con i quali foderare lo stomaco si limitano ai soliti salumi, formaggi, pomodori secchi e quiche di verdure. La leggerezza dello spuntino fa volare la conversazione
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