Nel villaggio globale gastronomico della città capitolina, c’è un locale, anzi due, dove al contrario si affermano i valori dello specifico locale. All’angolo con la raccolta piazza Firenze, nella via dove abitò il poeta Vincenzo Monti, e da qualche tempo anche nell'affollata Campo dei Fiori, c’è infatti un’insegna che incorona regina del proprio menu la mozzarella di Bufala Campana DOP.
Per nulla impressionato dalla definizione che Goethe ne diede a Paestum, quando scorte le bufale le paragonò a “ippopotami dagli occhi selvaggi e iniettati di sangue”, il personale dell’Obikā declama ai profani l’elogio della mozzarella casertana e salernitana prodotta in maniera artigianale, ossia lavorando esclusivamente il latte delle proprie mandrie. Altro motivo d’orgoglio è la mozzatura, praticata a mano per non corromperne il gusto (gli esperti sentirebbero la contaminazione della lama, assicurano).
Le mozzarelle, paffute e di elastica morbidezza, vengono proposte al naturale su letti di insalata oppure in abbinamento a caponata, verdure grigliate e salumi come prosciutto di Sauris, mortadella di Prato, o bresaola, lardi e ciauscolo. Sperimentate tutte le mozzarelle, si può passare a provole affumicate, ricotta e burrate o dirottare l’appetito verso le insalate, irrorando latticini e prodotti dell’orto con vino o birra.
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