“Ogni possibilità architettonica e armoniosa circonderà il tuo seggio” scrive Rimbaud nelle Illuminations, proprio come dagli scranni di questo ristorante che si affaccia su una delle più belle piazze di Roma. Nel centro l’Obelisco Flaminio svetta fresco di restauro sui quattro leoni che a fauci spalancate gettano refrigeranti zampilli nelle rispettive fontane. Da un lato la chiesa di S. Maria del Popolo, che tradizione vuole sia stata eretta sulla tomba di Nerone ai piedi di un gigantesco albero di noci ritrovo notturno di diavoli e streghe. Sul versante opposto le finte gemelle chiese di S. Maria dei Miracoli e S. Maria di Montesanto, fiancheggiate dalla terrazza del Pincio e dai duellanti senza pace Canova e Rosati.
Piazza del Popolo a Roma in un’antica stampa
Non stupisce che una tale concentrazione di marmorea bellezza ospiti l’“indirizzo gastronomico” per eccellenza della Capitale. Il Bolognese, navigato ristorante di cucina emiliana ma soprattutto affollato crocicchio di vip – e sede naturale dei paparazzi - colti fior da fiore dalla politica e dalle Case Savoia e Rai. Seduti ai tavoli dello spazio all’aperto ordinatamente delimitato da piantine in vaso, si gode la magnifica vista della piazza e dell’imbocco di via Ripetta, per non parlare del vicino di tavolo, quasi mai un oscuro Marcovaldo. Sul versante gastronomico nessuna provocazione o trasalimento di papille, ma piatti di solida tradizione casalinga che vanno dal vitello tonnato alle paste fatte in casa, prime fra tutte le fettuccine e la lasagna al ragù. Scansando il polpettone, si plana sul carrello del bollito misto, carnivora festa di manzo, testina, lingua, cotechino e pollo o su meno impegnative preparazioni di pesce. Si conclude con fruttini gelati che, dall’albicocca alla castagna, fanno provare brividi in tutte le stagioni.
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