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“Sfrutta al meglio la graziosa accondiscendenza del rognone di vitello, moltiplica le sue metamorfosi: puoi dirlo a ragione camaleonte della cucina, senza timore di recargli offesa”. Raccomandazione ai cuochi del gastronomo Des Essarts (entusisasta del rognone), citata da Dario Fo nell’introduzione alla monografia dedicata a Carlo Cracco pubblicata dalla casa editrice Giunti.
Oggi è un comportamento da maleducati (anche se non in Giappone, pare) ma un tempo ruttare era un segno di gradimento che l’invitato emetteva al termine di un pranzo luculliano e se ciò non avveniva, l’ospite si sentiva offeso.