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Il Mattatoio di Testaccio è ormai chiuso e l’imponente struttura è sede della Galleria d’Arte Contemporanea che, forse per coerenza storica, ospita allestimenti talvolta inquietanti. Intorno al Mattatoio nell’800 nacquero molte trattorie specializzate in piatti preparati con il Quinto quarto e ancora oggi nel quartiere sono numerosi i locali che propongono la cucina romana tradizionale, come Checchino dal 1887.
Mentuccia
Pianta aromatica erbacea le cui foglie stanno alla cucina romana come il prezzemolo a quella nazionale.
Fatevi all’uscio, madonna dolciata
Che v’ho recato un cesto d’insalata.
Io v’ho recato d’ogni fin’erbetta
Menta, cicerchia, fiorana e rutetta
E nepitella, metaschio e borrana.
I versi di questa Ballata del XIII secolo testimoniano, insieme ad altri documenti della stessa epoca, l’origine della ricetta dell’insalata mista, anticamente chiamata insalata di mescolame o mescolanza e trasformata in “misticanza” dal dialetto romano. A Roma i frati cappuccini sono stati i precursori degli odierni verdurieri. Essi infatti, come compenso per l’obolo ricevuto dai benefattori, donavano loro una gran varietà di insalate: lattughella, riccetta, cerfoglio, barba di frate o erba stella, caccialepre, invidiola, ruchetta, pimpinella o erba noce.
Monte dei cocci
Il Monte è formato da pezzi di anfore vinarie romane accatastati gli uni sugli altri. La pratica iniziò a partire dal 55 a.C. per decreto imperiale, al fine di favorire lo “smaltimento” delle anfore che, non essendo smaltate all’interno, risultavano porose e deteriorabili e quindi non potevano essere riutilizzate. Poiché la terracotta mantiene costante la temperatura (intorno ai 10°) e garantisce la ventilazione conservando il luogo asciutto, lungo i fianchi del Monte dei cocci furono scavate 48 grotte, destinate a freschi ripostigli per olio, vino e derrate alimentari della Roma papalina.