Personaggi letterari a tavola e in cucina. Dal giovane Werther a Sal Paradiso
Maria Grazia Accorsi
Palermo, Sellerio, 2005
18 €
Le tartine del giovane Werther, il gorgonzola di Gadda, la farinata di Cime tempestose… In un tempo in cui la cucina è un fatto di moda, uno sguardo alla letteratura del passato rivela, attraverso gli odori, gli umori e i sapori dei pasti, ispirazioni nascoste e gusti inaspettati dei grandi della letteratura mondiale. Ogni autore ha un suo linguaggio di cucina e le pietanze descritte diventano tracce di esperienze biografiche e di vissuti personali sconosciuti che è possibile percorrere ricostruendone le ricette. Ne scaturiscono aforismi gourmet gustosissimi.
Una merenda di pane e cacio che piacerebbe ad Alfonso Iaccarino compare come emblema di sobrietà verso il finale di Al faro di Virginia Wolf e le fa da contraltare il sontuoso beuf en daube che esala “uno squisito aroma di olive, d’olio e di sugo di carne” e sembra uscito da uno dei cocci di Fabio Baldassarre; il beuf in questione è un capolavoro di colori e di tempi (“fra cotto non troppo, la cuoca ci lavora tre giorni”), emblema dell’accoglienza, dell’ospitalità, dei sensi, dei sapori, della bellezza del tempo passato e della significanza delle cose.
I fratelli Serva de La trota di Rivodutri sarebbero incuriositi dal grosso luccio che due prelati romani, nella storia Della nascita del beato papa Gregorio di Thomas Mann, chiedono sia cucinato “ben arrostito, lardellato e con una buona salsa di capperi” e sembrano cucinate da Anthony Genovese certe cene dell’Educazione sentimentale di Gustave Flaubert.
Angelo Troiani troverebbe indimenticabile il rognone mangiato da Leopold Bloom il mattino del giorno-odissea raccontato da Joyce nell’Ulisse e la sua passione per le frattaglie sarebbe condivisa da Checchino: “gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno arrosto, fette di fegato impanate e arrosto, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano un fine gusto d’urina leggermente aromatica”.
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