“Noi non ci invitiamo l’un l’altro per mangiare e bere semplicemente” - fa dire Plutarco a uno dei personaggi delle sue Dispute conviviali - “ma per mangiare e bere insieme”. Ed è facile e naturale riscoprire la vocazione conviviale nelle sale di essenziale e raffinata eleganza di questo ristorante nel cuore di Roma, a pochi passi da piazza Navona e dal Tevere. Il solido portone si affaccia sulla via che prende il nome dai soldati che stavano di vedetta su un’antica torre i cui resti sono visibili ancora oggi in cima al palazzo che ospita Il Convivio dei fratelli Troiani: Giuseppe, attento coordinatore della sala, Massimo, appassionato conoscitore di vini e Angelo, uno degli Chef più interessanti del panorama gastronomico di Roma.
Appetizer di Angelo Troiani a base di zucca e tartufo
Dire Convivio Troiani significa evocare eleganza, stile, atmosfere ovattate, ma equivale soprattutto a lasciarsi conquistare dal talento dello Chef Angelo Troiani e scoprire la piena maturità, la sensibilità e l’equilibrio fra passione e modestia che percorrono, come un riflesso del proprio carattere affettuoso e rigoroso, tutte le sue proposte di cucina. Una cucina veramente moderna, naturale e saporita, caratterizzata da pulizia degli elementi, rispetto dei prodotti e delle tradizioni del territorio rivitalizzate dalla ricerca e dalla scintilla della fantasia. Persuadono i contrasti, ideati con sapienza, come pure i sapori decisi che, vari e stimolanti, si rivelano eleganti e audaci ma senza forzature.
L’ospite si sente subito bene accolto trovando sul tavolo il tovagliolo di fiandra ricamato posato sul sottopiatto i cui riflessi ramati giocano con le cornici delle maliziose stampe settecentesche riprodotte anche sui menu. Subito arrivano i fragranti grissini e il piattino in vetro a scacchi colorati si riempie con i diversi tipi di pane fatti in casa (alla cipolla, integrale, rosette, ciabattine…) ai quali seguono una varietà di stuzzichini di benvenuto che sono ricami del gusto. Ne è un esempio la frittura di pescetti, aristocraticamente adagiata sulla modesta cartapaglia, di tecnica perfetta e rallegrata dall’idea dello zenzero candito e delle erbette stuzzicanti. Le citazioni alla tradizione romana iniziano con il fegato grasso d’anatra in crosta di fichi moscioni a ricordo che furono gli antichi Romani i primi a nutrire oche e anatre con i fichi secchi provenienti dalle regioni meridionali per renderne il fegato grasso e ottenere un iecor ficatum dal dolce sapore. E continuano con una strepitosa Amatriciana che unisce carattere e morbidezza (la ricetta di Angelo Troiani prevede l’aceto balsamico!) e una divertente variazione di agnello da latte della campagna romana che gioca con sapori, abbinamenti e consistenze, interiora incluse.
Il capitolo della cucina di ricerca è in continua evoluzione e si legge soprattutto con il palato, adescato dal voluttuoso abbraccio fra crostacei e trippa di maiale nelle pappardelle al mattarello con nota pungente di pecorino e menta, dai ravioli di carne al profumo di limone che richiamano i sapori d’infanzia dello Chef o dal piccione arrostito all’alloro con salsa di mandarino cinese alla cui sensuale dolcezza fanno da contrappunto le patate fumé, senza dimenticare lo spiedino di quaglia dorata su letto di asparagi accostato a funghi chiodini caramellati.
Adeguato corredo a tanto gusto è la carta dei vini curata da Massimo Troiani ricchissima di eccellenze e rarità italiane e internazionali con generosa profondità di annate e il valore aggiunto di un’ampia vetrina dedicata ai liquori da meditazione da sorseggiare nel salottino d’ingresso prima di inoltrarsi nella notte romana e sentire l’eco dei ricordi gourmet negli allegri zampilli della Fontana dei Fiumi del Bernini a piazza Navona.
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“Noi non conosciamo le persone quando vengono da noi, dobbiamo andare noi da loro per sapere quel che sono.” Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive
Il ristorante Convivio Troiani ha partecipato all'edizione 2008-2009 di Assaggi di Teatro interpretando Sotto paga! Non si paga! di Dario Fo, Il divo Garry, Ditegli sempre di si, La badante |