Varcata la soglia di questo locale a pochi passi da Campo de’ Fiori nel cuore di Roma, si inizia un percorso di gusto in una cultura gastronomica dalle radici antiche, dove si mescolano i ricordi delle colonie greche e di Roma e il passaggio di Bizantini, Arabi, Normanni e Spagnoli. E forse l’aver visto sfilare tanti popoli ha contribuito a forgiare il carattere accogliente e generoso delle genti di Calabria, una sollecitudine che caratterizza i fratelli Commisso, sensibili interpreti di una cucina intensa e sensuale, ricca di sapori e di fantasia.
La pizza con la quale Giuseppe Commisso ha vinto il Campionato delle pizze
È una storia che parte da lontano quella dei fratelli Commisso, quando, ancora studenti universitari decidono di lasciare gli studi per aiutare la famiglia e di iniziare un impegno nella cucina che non si sarebbe più fermato. Prima in un locale nella natia Calabria e poi a Roma. Avviano con successo un ristorante a Trastevere per poi dedicarsi all’Acchiappafantasmi, dove sono seguiti da una clientela italiana e straniera molto affezionata alla cucina, alle pizze “da Campionato” e all’atmosfera cordiale e mediterranea che si respira nell’ampio locale ricco di suppellettili e mazzi di peperoncino appesi ovunque. Chi ama la piccante piantina ricca di vitamine tanto vitali per l’organismo, trova pane per i suoi denti. Un tuffo nei sapori della Calabria non può infatti prescindere da questo ingrediente che ha rischiarato con lampi di gusto una cucina basata su verdure e povera di carne.
Immancabile allora l’assaggio di piatti feticcio come la mustica, preparata con i piccoli di acciuga cosparsi di peperoncino, portata in tavola con altre sfiziosità, dalla delicata crema di fave al cumino alla potente 'nduja, il tipico salume morbido e piccante, ricavato da parti povere del maiale da spalmare sui crostini.
Un’altra squisitezza è il Capocollo, il saporito salume vanto di ogni famiglia calabrese che allevava il maiale. Lo Chef Salvatore Commisso lo serve in involtini a forma di stella marina in un piatto traboccante di verdure ripiene - melanzane e strepitosi peperoni nani in testa - ma anche carciofi e zucchine accompagnate da squisite polpettine di ricotta di capra al sugo e da una sottile focaccia golosamente insaporita con lardo.
Gli ingredienti sono cercati fra i migliori produttori di Calabria e del Sud conservano profumi e aromi, come la mozzarella di bufala da sogno cosparsa di bottarga, la Cipolla rossa di Tropea e l’intensa caponata, da accompagnare a un buon vino di Calabria consigliato da Salvatore e Giuseppe, entrambi Sommelier AIS. Fra Cirò, Greco di bianco, Bivongi, Savuto ecc. la Calabria vanta dodici DOC e un patrimonio vitivinicolo antico e ricco di tradizioni, oggetto da svariati anni di una importante operazione di recupero da parte della famiglia Librandi, premiata dalla Giuria del Premio Luigi Veronelli 2008 con la palma di “miglior Vignaiolo” assegnata a Nicodemo Librandi. Del resto il Cirò era già molto apprezzato nell’antichità, quando era chiamato “vino degli dei” e veniva offerto agli atleti vincitori delle Olimpiadi.
Ricco e variegato il capitolo delle pizze, curate da Giuseppe che le modella a forma di fantasma e le arricchisce con verdure e salumi. La sfoglia è sottile, croccante e perfettamente digeribile ed è possibile ordinare un tagliere con assaggi di quattro gusti diversi di pizza. Difficile infine resistere alle dolci tentazioni in forma di fruttini gelati, babà e cassatine.
Questo ristorante è molto frequentato da un pubblico maschile di ogni età, attratto dalla cucina saporita nonchè dai lampi di gusto dell’afrodisiaco peperoncino. Le singles sono avvisate…
© Maria Luisa Basile – riproduzione vietata
Un ringraziamento a Salvatore, Gisueppe e Massimo Commisso per l'inesauribile disponibilità a parlare di buona cucina. Le fotografie delle pizze sono state scattate dai fratelli Commisso. "Ma, in fin dei conti, il piacere specifico del viaggio [...] sta nel rendere la differenza fra la partenza e l'arrivo non già il più inavvertita ma il più profonda possibile, nel farla sentire nella sua totalità, intatta, qual era in noi quando la nostra immaginazione ci portava dal luogo dove si viveva fin nel cuore d'un luogo desiderato, in un balzo che ci sembrava miracoloso"
Marcel Proust, Recherche. All'ombra delle fanciulle in fiore
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