Somo Asia è un incontro tra design contemporaneo, esaltato da materiali naturali, arredi e apparecchiature essenziali, cucina giapponese e cucina fusion - mediterranea, proposte in menu separati ma con reciproco scambio di sapori e titillamenti del palato.
Arrivate presto, quando il salone non è ancora gremito da una variegata moltitudine dal brusio poco Zen, e godetevi gli zampilli dell’acqua perenne della fontana, gli spazi ariosi da rivista di architettura progettati dall’architetto spagnolo Elena Piulats, le fotografie giganti che con un sapiente gioco di luci disegnano labirinti sulle pareti, le teste dorate di Budda, imperturbabili icone di spiritualità. Oppure godetevi l’intimità regalata dai Tatami o ancora scegliete la più raccolta sala d’ingresso, dove sorseggiare un aperitivo prima di iniziare la cena.
La sala principale di Somo
Non è comune incontrare un maestro sushi donna, essendo una “molto onorevole” professione tradizionalmente riservata agli uomini, dal lungo apprendistato e facilmente paragonabile a quella dei nobili Samurai (ricordate da chi è forgiata la spada di Uma Thurman nel film Kill Bill?). È perciò un piacere constatare che un locale di impronta internazionale abbatta il pregiudizio e affidi la cucina a una donna chef, Reina Nagai, capace di mostrare quanto sia squisitamente femminile la miscela di dedizione, creatività e rigore necessaria alla perfetta esecuzione dei piatti di cucina giapponese.
I neofiti o i fusion gourmet di lungo corso possono iniziare l’esperienza esotica con il capitolo dei sashimi, da scegliere in base a gusto e curiosità: Hamaki (ricciola), Suzuki (spigola), Hirame (rombo), Tai (dentice), Sake (salmone), Maguro (tonno), Ikura (uova di salmone) da alternare ai Nighiri sushi nei quali i maestri sushi fanno a gara nel disporre in modo artistico i filetti di pesce crudo sul letto di riso. Il consiglio è di iniziare con i sapori più tenui del pesce bianco al quale far seguire il sapore più intenso del pesce con carne rossa e delle guarnizioni più saporite offerte anche dalla fantasiosa scelta di Maki, dai più semplici composti dall’alga nori che avvolge riso e pesce, ai Raimbow con frittata e avocado, ai Futomaki (anche vegetariani), senza perdere gli Hosomaki con anguilla grigliata (Unagi) o granchio (Kani) e i croccanti Ebi Ten con gamberi fritti.
Ogni boccone può essere insaporito con i condimenti presenti su ogni tavolo: zenzero sottaceto e wasabi sciolto nella salsa di soia, ottimo per pulire la bocca tra una portata e l’altra e da consumare con moderazione, rispettando il galateo giapponese. L’esperienza si completa con la classica zuppa di miso e tofu.
Margini di miglioramento presenta il menu fusion, sul quale spicca però il filetto di pregiato e raro manzo Kobe, famoso per la qualità ottenuta con metodi che sfiorano la leggenda: musica classica diffusa nelle stalle per rendere felici e rilassati i vitelli, nutrizione degli animali a base di birra e grano e massaggi con guanti di crine. Il risultato è una carne morbida, tenerissima e dolce, dai prezzi proporzionati. Alternative più abbordabili sono gli spaghetti di riso con verdure alla Thai e pollo, filetti di pesce o uno stuzzicante millefoglie di rombo fritto con crema di carciofi.
E come dessert? II dolci non mancano, ma un'ottima alternativa è il sushi con l’omelette (Tamago), dove la dolcezza della frittata e del riso fanno sognare la primavera dei peschi in fiore.
Maria Luisa Basile
Un ringraziamento allo staff di Somo e all'ufficio stampa per la disponibilità e le fotografie degli ambienti.
"Per seguire la via il Samurai deve mantenere l'attenzione sul momento presente e non vacillare, non avere pensieri mondani né essere schiavo delle passioni. Ogni istante è importante e quindi è necessario concentrarsi sempre sul momento presente."
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure, Il Libro segreto dei Samurai |