Il ristorante Il Cuoco Nero ha chiuso l'attività a fine giugno 2009
Se l’insegna de Il Cuoco Nero è fedele al look di nera eleganza di Maurizio Santin, è invece un curioso gioco del destino che il locale di questo chef, più volte premiato come Miglior Pasticcere d’Italia e celebre per talento e creatività applicate ai dolci, affacci i propri orizzonti gourmet su un quartiere storicamente legato al sale (dall'antichissima via Salaria sulla quale si svolgeva il traffico del sale dei Romani con le popolazioni della Sabina e dell'Appennino).
Il locale è "un sogno che si realizza" - racconta lo chef - ed è perciò accogliente e curato, diviso in vari ambienti che giocano sul contrasto fra i toni caldi di legno e mattoni a vista e il design minimalista di tavole e poltrone burrose. Ed è aperto a tutte le soste della giornata, dal pranzo con proposte fredde e alla griglia, al tea time contornato, neanche a dirlo, da golosità d’autore, sino ai tempi rilassati della sera, quando il bancone anima aperitivi a buffet e in sala il menu si arricchisce di proposte nelle quali l'esperienza di Maurizio Santin si fonde felicemente con la mano sicura di Gaia Giordano, già sous chef di Angelo Troiani.
La carta della sera offre sia piatti dai sapori rassicuranti, come la brandade di stoccafisso accompagnata da crema all’aglio dolce e spuma di peperoni rossi, sia proposte decisamente giocose, dove sapori e consistenze tessono trame nelle quali si intrecciano contrasti e armonie, come il coniglio con cavolo nero e crostone di polenta in porchetta, infiammata nel sapore da un bicchierino di margarita oppure il foie gras acceso da grani di sale grosso e da barbabietola senapata.
Imperdibili poi i cavatelli, una pasta tubolare tostata in padella come si fa col riso e servita in un profumato brodetto con crostacei e frutti di mare. Piatto davvero elegante, in perfetto equilibrio fra dolce e salato, capace di eccitare la curiosità dei sensi arrivando al cuore.
Fra i secondi c’è eco di Antica Osteria del Ponte alla Cassinetta di Lugagnano nel petto di piccione di selvatico aroma con coscette candite e riduzione al Campari, mentre ha intensi sapori mediterranei il sapido maialino da latte iberico alla griglia con birichina riduzione di mirto, da encomio sia per la qualità della materia prima sia per la tecnica di cottura.
Il capitolo dei dolci è ricchissimo e crea quel piacevole imbarazzo nella scelta che si prova quando nel vasto orizzonte dei sapori tutto alletta: il cannolo aperto, l’operà ai tre cioccolati, la meringata alla nocciola e cioccolata calda, il cappuccino goloso al pepe giamaicano, la crema cotta alla vaniglia, senza dimenticare aspic, gelati e sorbetti. Un indizio utile per vincere l'incertezza è la grande passione di Maurizio Santin: il cioccolato.
© Maria Luisa Basile – riproduzione vietata
“La cucina è come la musica, un’arte di cui bisogna prima di tutto conoscere il solfeggio...”
Joël Robuchon |