Scrooge conquistato da una Pollastrella… farcita
“Ammucchiati sul pavimento, in modo da formare una specie di trono, erano tacchini, oche, selvaggina, pollame, cosciotti muscolosi, grandi pezzi di carne, porcellini da latte, lunghe collane di salsicce, pasticci di carne | pudding, barilotti di ostriche, castagne arrosto roventi, mele dalle guance di ciliegie, arance succose, pere succulente, torte smisurate e ciotole fumanti di punch, che annebbiavano la stanza con il loro vapore delizioso.“ |
Si apre con un elenco di vivande la Strofa terza dei Christmas Books di Charles Dickens, colui che “creò il mondo e, nel tempo libero, inventò il Natale”, come scrive Anthony Burgess. Per Dickens, vera essenza dell’uomo vittoriano che da bambino vive fugacemente sazietà e serenità a causa dello stile di vita del padre cronicamente indebitato, il Natale è decisamente sinonimo di bonhomie tanto che nella Prefazione del 1852 l’autore inglese scrive di voler instillare nel lettore “pensieri d’amore e di considerazione verso il prossimo che non sono mai fuori stagione”. Stagionali e con familiari riferimenti a ciò che appartiene alla Casa e al Focolare sono pure i piatti che l’Enoteca Regionale del Lazio Palatium dedica allo spettacolo Scrooge da Dickens, per la regia di Fabrizio Montecchi. Piatti creati per stuzzicare l’appetito di grandi e piccini, eper ricordare che proprio nel periodo Vittoriano vissuto da Dickens nasce l’infanzia. Nel XIX secolo si accoglie infatti per la prima volta la nozione che i bambini sono fondamentalmente diversi dagli adulti e come tali hanno anche abitudini alimentari particolari. Nel 1844 Pye Henry Chavasse pubblica il best seller Consigli alle mamme sull’educazione dei loro piccoli dove raccomanda per i più piccoli colazioni a base di latte tiepido e pane raffermo “preferibilmente di sette giorni”. Il dott. Spock vittoriano sconsiglia i dolci, considerati veleno, e perfino le verdure, con un sadismo per fortuna estraneo allo chef Severino Gaiezza, che propone le verdure in pastella, foderando con guaine dorate e croccanti i teneri cuori di dolce broccolo romano e fiore di zucca. Accende poi la fantasia con il gioco colorato di alici e invidia, piccola fortezza del gusto protetta da un profumato recinto di arselle che le manine infantili possono divertirsi a saccheggiare. E spenta l’eco dell’allegra sagra di paese evocata dalle pincinelle di Colonna condite con un ragù di agnello stemperato nella piacevole nota amara delle ramoracce (apprezzate erbe spontanee della Campagna Romana) e spolverato di Pecorino romano, arriva in tavola la pollastrella ripiena di castagne dei Monti Cimini. È sì adagiata su un letto di patate, ma non sono certo quelle “vecchie e stracotte” raccomandate dal pediatra Vittoriano! e la farcitura spande il suo aroma proprio come accade quando la signora Cratchit del dickensiano Christmas Carol affonda il coltello nel petto dell’oca natalizia e ne fa uscire “il profumo lungamente atteso del ripieno” suscitando un mormorio di gioia intorno alla tavola. |
|
Assaggi di… castagne |
Assaggi di… gusto |
Ritorna all’indice di “Assaggi di Teatro” |
Assaggi di Teatro 2008-2009 è un incontro di gusto fra Roma gourmet, ETI Ente Teatrale Italiano, Assessorato alle Politiche della Cultura e della Comunicazione del Comune di Roma main sponsor si ringraziano Babayaga |