La mensa
aforismi*gourmet |
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Quando l’Arpia maledisse Enea e i suoi compagni, profetizzò “tanta fame che addenterete anche le mense”. In realtà Enea e compagni si ritrovarono a mangiare i dischi di pane distribuiti dalle ancelle all’inizio dei banchetti e usate come piatti. Quei dischi di pane erano quasi delle focacce, intrise dei succhi e dei resti di cibo che vi venivano posati per essere tagliati e si sciamavano mensae. Ogni mensa serviva per due persone che perciò mangiavano alla stessa mensa. Si dovrà aspettare il XII secolo per vedere in Italia la mensa di pane sostituita da un tagliere, un disco di legno o di terracotta. Fino al XV secolo “stare a tagliere” con qualcuno significava stare alla stessa mensa, poi si diffusero il piatto individuale, il bicchiere, la forchetta, la tavola imbandita con stoviglie d’oro e d’argento… ma questa è un’altra storia. |
La letteratura, il cinema e il teatro usano spesso il pranzo come occasione coatta di incontro della famiglia e come luogo dove le tensioni scoppiano. Memorabile in questo senso è il pranzo natalizio in Fanny e Alexander di Bergman o il più comico dei pranzi di Big night e il Pranzo di Natale di Tornton Wilder, dove il tempo e le vite scorrono, si consumano e si alternano attorno alla stessa tavola del pranzo di Natale o il pranzo centrale di Al faro di Virginia Woolf, luogo di concentrazione degli affetti e dei pensieri. |
altri Frammenti di un discorso gourmet:
La foto in alto a destra con maiale e fragole è tratta da Adriano Del Fabbro, L’arte della Norcineria