10 (e più) cose da fare, scoprire, gustare a Firenze Capitolo 1
10 (e più) cose da fare, scoprire, gustare a Firenze (Capitolo 1) 2019 |
Maria Luisa Basile |
Per una piemontese dove c’è tartufo c’è casa Aperitivo con calice di vino e paninetti al tartufo e foie gras al bacio da Procacci (2,50 euro l’uno ben spesi). Pochissimi i tavoli e gli sgabelli richiedono una certa agilità, ma si può stare anche in piedi. (Fotografie: Roma gourmet) |
– Procacci (Enoteca con cucina) Via de’ Tornabuoni 64R Firenze Telefono: 055 211656 |
Il palazzo della famiglia Strozzi Visitare una mostra nell’imponente palazzo rinascimentale voluto dalla famiglia avversaria dei Medici è sempre un bel viaggio nell’arte. Fino al 12 gennaio 2020 è da vedere l’esposizione sull’artista russa Natalia Goncharova (1881-1962), fra donne di fiori su tappezzerie a fiori, autoritratti in abiti popolari o in pose eleganti ispirate alla bellissima ava moglie del poeta Pushkin (morto duellando forse per gelosia), disegni per il teatro e costumi in velluto vermiglio. Significativo l’autoritratto della locandina, nel quale l’artista si ritrae nello studio con in mano un mazzo di fiori invece dei pennelli, perché la Goncharova non aveva bisogno di raffigurarsi con gli strumenti di lavoro per affermare la sua identità di artista. (Fotografie: Roma gourmet) |
– Palazzo Strozzi (Museo) Piazza degli Strozzi 1 Firenze |
Chiamalo souvenir Palazzo Strozzi ha due bookshop e anche se in nessuno dei due dopo aver visitato la mostra sulla Goncharova troverete vodka russa, quello a piano terra si rivelerà ben più di un bazar. “Bottega Strozzi” è infatti una galleria dove, con l’amorevole cura di Carlo Cuppini, si fa ricerca tra manufatti d’arte e artigianato, borse di ideazione turca e gioielli in resine colorate, vetri di Murano che imitano il bugnato del palazzo e colletti da polso di ispirazione teatrale vincitori di un Award che valorizza le manualità di antichi mestieri. Qui ho acquistato souvenir artistici che faranno presto bella mostra di sé intorno al gargarozzo (e anche una borsa in tela e una tazza, lo confesso). (Fotografia: Roma gourmet) |
– Bottega Strozzi (Galleria e Bookshop) Palazzo Strozzi, piazza degli Strozzi 1 Firenze Telefono: 055 269 6334 |
Piccione con vista Che buono il piccione, magari in sofisticati abbinamenti come il piccione di Poppi frollato nel fieno con spugnole e ciliegie de “La Bottega del buon caffè San Pietro in the City” o con castagne, cipollotti e grue di cacao di “Borgo San Jacopo” (in fotografia, assaggiato nel Menu degustazione Autunno 2019 dello chef Mengoni, insieme a zuppa di funghi, tagliolini agnello, finferli e Zafferano e deliziosa piccola pasticceria) entrambi affacciati sull’Arno (i ristoranti, non il colombo). Se si preferisce una più classica toscanità, il “Cibreo” di Fabio Picchi coniuga eleganza e familiarità. (Fotografie: Roma gourmet) |
– Borgo San Jacopo (Ristorante) Borgo San Jacopo 62R Firenze Telefono: 055 281661 |
– Cibrèo (Ristorante) Via Andrea del Verrocchio 5R Firenze Telefono: 055 234 5853 |
– La Bottega del buon caffè San Pietro in the City (Ristorante) Lungarno Benvenuto Cellini 69R Firenze Telefono: 055 553 5677 |
Collezionar colazioni al Santino Ogni anno, dopo la presentazione della Guida ai Ristoranti de L’espresso, quando l’ora di pranzo non è più allo zenit e so di trovar posto, mi piace fare merenda a Il Santino, bugigattolo goloso nel quartiere di Santo Spirito. Costoletta del Santo Bevitore e consigliato anche ai single, non è solo taglieri di peraltro ottimi salumi e formaggi, ma anche piccoli piatti ben eseguiti, dal baccalà mantecato ai soufflé di verdure sino alla mia passione, la terrina di fegatini di pollo. Naturalmente abbinati a un calice di vino. Dopo si va a spasso nel quartiere, a sbirciare le vetrine degli antiquari o ci si inoltra nel Giardino dei Boboli in cerca della Kaffeehaus, padiglione rococò fatto erigere nel ‘700 da Pietro Leopoldo per gustarvi insieme alla corte il “brodo indiano”, come era chiamata la cioccolata, capriccio esotico dell’epoca insieme al caffè. Se non si è buoni camminatori, almeno tuffarsi nelle pagine del libro “Nel Giardino di Boboli” scritto da Marco Vichi e illustrato da Francesco Chiacchio. (Fotografie: Roma gourmet) |
– Giardino di Boboli (Parco e Museo) Piazza de’ Pitti 1 Firenze FI |
– Il Santino (Enoteca con cucina) Via Santo Spirito 60R Firenze Telefono: 055 2302820 |
Santa Maria Novella val bene una messa Il Chiostro grande della Basilica va percorso con lentezza processionale, per non perdere i dettagli degli affreschi del ‘500: dal frate che versa il vino nell’anfora senza macchiare il candido saio, ai bicchieri di foggia modernissima dipinti capovolti sulla tavola del refettorio alternati a pagnotte; catturano lo sguardo anche un’elaborata acconciatura, un piccolo simmetrico giardino dipinto sotto la piega di una lunetta, eleganti calici serviti, è il caso di dirlo, su vassoio d’argento. Fino al 15 dicembre 2019 si può visitare la mostra La botanica di Leonardo. (Fotografie: Roma gourmet) |
. Basilica Santa Maria Novella (Museo) Piazza di Santa Maria Novella 18 Firenze |
Farmacia di Santa Maria Novella Nel Chiostro grande della Basilica di Santa Maria Novella, una meraviglia di scaletta in pietra con gradini corrosi dal tempo a forma di conchiglia, conduce a un cancello oltre il quale si intravedono le olezzose meraviglie dell’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella; cercate l’ingresso in via della Scala e senza lasciarvi intimidire dall’aplomb delle commesse con sindrome da Grace Kelly, ammirate le boiserie, i soffitti, i marmi e acquistate anche solo una saponetta; la mia preferita è quella quadrata al fiore di iris. (Fotografie: Roma gourmet) |
– Farmacia di Santa Maria Novella (Negozio e Museo) Via della Scala 16 Firenze Telefono: 055 216276 |
Il San Sebastiano trafitto Trafigge il dipinto realizzato su una piccola tavola attribuita a Lorenzo Costa (1460–1535, autore anche di opere destinate allo Studiolo di Isabella d’Este) conservato nella Galleria degli Uffizi. Inutile cercare il suo sguardo nell’ovale a luna piena del volto, è sempre rivolto a un altrove irraggiungibile. (Fonte Fotografia: wikipedia) |
– Galleria degli Uffizi |
Burla del Pievano Arlotto ai commensali Opera imperdibile per gli amanti dello “spirito” di Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra 1611 – Firenze 1689) conservata a Palazzo Pitti: Arlotto Mainardi, raffigurato in piedi alla destra della tavola, è un parroco di campagna della chiesa di San Cresci a Maciuoli nei pressi di Pratolino noto per le sue proverbiali burle. A pranzo con altri giovani preti nei pressi di Firenze (sullo sfondo Villa della Mula), Arlotto viene invitato dal padrone di casa a scendere in cantina per spillare altro vino dalla botte. Ritornato a tavola con la caraffa riempita e seccato per aver dovuto affrontare la fatica delle scale al posto dei più giovani, si vendica annunciando di aver dimenticato aperta la botte del vino. Ecco il padrone di casa saltare dalla sedia per correre a rimediare, tra il divertimento dei commensali. (Fonte fotografia Wikipedia) |
– Palazzo Pitti |