La Mugnaia – Chef Marco Rossi
La Mugnaia Indirizzo: La ricetta dello chef Piatti e ricette Cialda di Farro con burro di capra, alici e le loro uova >> PESCEDACQUADOLCE | Storione marinato e leggermente affumicato al ciliegio, coregone in carpione, trota della Valchiusella agli agrumi e caviale >> Semifreddo alle bugie, sorbetto leggero alla grappa e gel di vino speziato >> Raviolini del plin ripieni di Zuppa di pesce con molluschi e coulis di pomodoro >>
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Le performance di Marco Rossi per Assaggi di Teatro ristorante È ragionevole sperare che le persone possiedano alcune delle qualità delle architetture, dei paesaggi, dei cibi dai quali si sentono attratte. La prima volta che ho visitato Ivrea ho amato il suo cuore antico. Un intrico di vicoli che salgono dolcemente verso la fortezza e la cattedrale, regalando scorci che alternano medievali merli a coda di rondine e fregi intricati come trine, palazzi di austera imponenza e profili di neoclassica leggerezza. E nella via centrale botteghe, librerie, drogherie d’antan, raviolini e tajarin sottilissimi nelle vetrine delle gastronomie. La prima volta che ho visitato Ivrea è stata anche la prima volta che ho assaggiato la cucina di Marco Rossi, nel locale affacciato a metà di un vicolo ampio e misterioso che scende verso il Ponte Vecchio e la Dora Baltea. Un cuoco con una linea di cucina che ne riflette fedelmente la personalità: giovane ma solida, amorosamente legata al Canavese ma anche sciolta dalla tradizione classica. Sapori netti, ingredienti cercati con impegno e sentimento per i propri luoghi e connessioni armoniose con altre culture, dal Mediterraneo (la moglie Elisa Campa, è salentina) all’Asia, come in un viaggio salgariano col dito e il palato che scivolano leggeri sul mappamondo. Da un menu di fine state, gustato nel piacevole spazio all’aperto allestito su una semplice terrazza in stile bistrot: la Melanzana Pomodoro Granita di bufala è uno screziato tuffo nell’orto da cui si affiora piacevolmente storditi per l’intensità dei sapori, familiari eppure nuovi; l’etereo Sgombro laccato Salsa di soia affumicata Brodo di cozze Verdure croccanti teletrasporta in un villaggio di pescatori sul Mar del Giappone, il Semifreddo di mango Zuppetta di cocco Sorbetto al passion fruit è velluto sul palato, pigra carezza che invita all’ozio incitata dalla piccola pasticceria (babà, scorzette d’aranxia candite e biscottini take away). Quanto ai Plin ripieni di Zuppa di pesce Molluschi e Coulis di pomodoro, non occorre la fame ancestrale di Arlecchino (lo chef li ha dedicati ad Arlecchino servitore di due padroni per l’Assaggi di Teatro 2018-19 di Roma-gourmet) per essere tentati da un bravo, bene… bis. La prima volta che ho visto Ivrea non ho potuto non pensare ad Adriano Olivetti, che sognava una società fondata sui valori dello spirito, della scienza, dell’arte e della cultura. Cosa vi ricorda? © Maria Luisa Basile |