Piccoli musei – Carlo Bilotti
Aranciera di Villa BorgheseDalle stelle alle arance |
“… ho fatto una fotografia di mucche a Villa Borghese… Le mucche adorano farsi fotografare e, a differenza dell’architettura, non si muovono” Oscar Wilde
L’Aranciera di Villa Borghese… I cannoneggiamenti e gli scontri che portarono alla caduta della Repubblica Romana nel 1849 ridussero in ruderi l’edificio che fu ricostruito molto liberamente e adibito ad Aranciera, per il ricovero invernale dei vasi di agrumi. Nel 1903 Villa Borghese passò al Comune di Roma e l’Aranciera diventò sede di uffici, abitazioni, istituto religioso, sino al recupero e alla trasformazione nell’attuale Museo. La collezione… … del Museo è costituita da dipinti, disegni e sculture donati dal collezionista d’arte Carlo Bilotti morto nel 2006. Il nucleo più rilevante comprende 18 lavori di Giorgio de Chirico, di cui la scultura Ettore e Andromaca è visibile all’esterno del Museo. Altri artisti presenti nella collezione sono Andy Warhol, il futurista Gino Severini e Giacomo Manzù con un grande Cardinale in bronzo. Giorgio de Chirico… … è rappresentato con i suoi soggetti più famosi, realizzati dalla seconda metà degli anni Venti agli anni Settanta. Gli Archeologi, i Cavalli in Riva al Mare, i Mobili nella Valle o nella Stanza, i Cavalieri o Guerrieri Antichi, risalgono a un periodo di creatività e riconoscimento internazionale, successivo agli anni della prima Metafisica. La Donna nuda di schiena è un ritorno, influenzato da Renoir, al genere del nudo femminile, mentre l’Interno Metafisico con biscotti e Mistero e malinconia di una strada sono repliche di opere della prima Metafisica eseguite negli anni Sessanta. La curiosità De Chirico è ammirato da Andy Warhol che, in un’intervista rilasciata al critico Achille Bonito Oliva, dichiara: “Ho sempre ammirato de Chirico. Ha ispirato molti pittori. L’ho incontrato molte volte a Venezia e ho sempre amato molto i suoi lavori. Mi piace la sua arte e poi quell’idea di ripetere sempre e sempre gli stessi dipinti. Mi piace molto quest’idea, e ho pensato che sarebbe stato magnifico farlo… ha ripetuto le stesse immagini per tutta la vita. Credo che l’abbia fatto non solo perché i collezionisti e i mercanti d’arte glielo chiedevano, ma perché gli andava di farlo e considerava la ripetizione un mezzo per esprimersi. Probabilmente è questo che abbiamo in comune…” Informazioni Museo Carlo Bilotti Portico dei Leoni di Mario e Antonio Asprucci, finto rudere del Tempio di Antonino e Faustina, Propilei egizi, Piazza di Siena, Casina dell’Orologio, Casina di Raffaello, Casina delle Rose, le 24 fontane di Villa Borghese |