“Sorgiam, perenni Nuvole,
la parvenza svelando agile e rorida,
dall’echeggiante Ocèano
padre, ai sublimi vertici dei monti
incoronati d’alberi;
e contempliamo gli ultimi orizzonti,
la sacra terra che nutrica i frutti,
il fragorío dei santissimi fiumi,
il fremer cupo dei marini flutti.
Ché il sole, infaticato occhio dell’ètere,
sfavilla, cinto d’abbaglianti lumi.
Or via, si scuota il pluvio
vel dalle forme eterne,
ed alla terra volgasi
l’occhio che lungi scerne!”
…
“SOCRATE:
Hai mai vista una nuvola che avesse l’apparenza
d’un centauro, un pardo, un lupo, un toro?
LESINA:
Senza dubbio! E con questo?
SOCRATE:
Mutano di forma a lor piacere.”
Aristofane, Le nuvole
Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia
Fabrizio De Andrè, Nuvole
“Venite, o venerande Nuvole…” Aristofane, Le nuvole
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